Il pittore si accosta alla poetica del “terribile” cara al romanticismo nel presentare uno spettacolo naturale violento, spaventoso e ammaliante nello stesso tempo. Le spesse nubi scure su un mare pure buio sono squarciate dal filo di luce zigzagante che appare come un possente artiglio allungato da una divinità onnipossente.
Al largo il fulmine illumina Cerboli
Rodolfo Ceccotti
Firenze, 8 febbraio 1945
Al liceo artistico di Firenze Rodolfo Ceccotti ha come insegnante Piero Vignozzi, che lo introduce tra i letterati e gli intellettuali cittadini.
Dal 1971 insegna al liceo artistico, passa ben presto all’Accademia di Belle Arti di Firenze, e, contemporaneamente, tiene corsi di disegno all’Università Internazionale dell’Arte-UIA di Firenze. Dopo essersi presentato al XX Premio del Fiorino con un linguaggio Pop di matrice anglosassone, nel ’74 inaugura la prima personale, in cui propone un linguaggio visionario e poetico, ispiratogli dalla pittura romantica inglese. Nel 1984 conosce Leonardo Sciascia che lo invita alla mostra Artisti e scrittori alla Rotonda della Besana di Milano e gli organizza una personale a Palermo; dagli anni Ottanta le mostre si susseguono numerose e accanto alla pittura acquista sempre maggiore importanza la grafica, in cui Ceccotti rivela magistrale padronanza delle tecniche e particolare originalità inventiva, tanto che dal 1996 Maria Luigia Guaita lo chiama a dirigere la sua celebre Fondazione Il Bisonte, Scuola Internazionale di Grafica d’Arte di Firenze..
L’artista ricorda che la prima volta che vide il mare fu a San Vincenzo, in Maremma, e l’amore che provò per quella terra fu così intenso che non l’ha più abbandonato e ha alimentato una produzione di paesaggi, dipinti e incisi, particolarmente evocativi e coinvolgenti, esposti nel 1998 al «Bisonte» e nel 2001 al Museo Marino Marini di Firenze nella mostra Cieli e terre di Maremma.