Questa interessante prova dell’Aldi presenta due bozzetti per opere di diverso soggetto: su un lato del cartone è lo studio per la storia di «Buoso da Doara traditore di Cremona sua patria, mentre mendico viene riconosciuto da alcuni suoi concittadini che escono da una chiesa», presentato all’Esposizione Artistica Romana del 1878 con grande successo di critica e di pubblico, tanto che «l’Aldi dovette, per le continue richieste, riprodurlo più volte e che servì a lui ad aprirgli la strada alla fortuna ed al nome» (Fabriziani 1907, p. 460). Il Polo Culturale conserva un altro bozzetto della stessa opera, più grande e con una maggiore definizione delle figure (inv. n.49; vedi anche Pietro Aldi Pittore 2019, p. 87), così da far ritenere questo uno dei primi studi sul tema. Sull’altro lato, invece, compare l’abbozzo per Il Savonarola al letto di morte di Lorenzo il Magnifico, un tema che non sembra sia stato realizzato dall’Aldi nella forma definitiva: al centro si erge la figura del frate chiamato a benedire il moribondo, di cui era stato avversario politico e religioso, e che anche nell’ultimo colloquio, si oppone fieramente all’operato del Signore di Firenze, negandogli l’assoluzione. Questa versione della storia era stata accolta anche da Vito D’Ancona nel quadro di simile soggetto presentato nel 1853 a Firenze (ora Torino, Musei Reali) e da Antonio Puccinelli in un dipinto già nella collezione Sloane di Careggi (Firenze) e, dopo vari passaggi, riapparso di recente sul mercato, mentre Enrico Pollastrini, nella sua proposta del 1873 (ora Livorno, Museo Civico) sembra accogliere la testimonianza del Poliziano, presente al letto del morente, che racconta di un colloquio pacato fra i due nell’addivenire alla somministrazione dell’estrema Unzione.
Bozzetti per Buoso da Doara e per Il Savonarola al letto di morte di Lorenzo il Magnifico
Pietro Aldi
Manciano, 12 luglio 1852 – 18 maggio 1888
Nato da agiati proprietari terrieri, nel 1864 Pietro Aldi si iscrive all’Istituto di Belle Arti di Siena, guidato da Luigi Mussini. Vince il concorso triennale del 1873 e l’anno successivo, con La sconfitta di Corradino di Svevia a Tagliacozzo, ottiene il premio Biringucci della Società di Esecutori di Pie Disposizioni di Siena, che gli permette di recarsi a studiare a Venezia, Firenze e Roma, dove lavora con Cesare Maccari. Nel 1876 invia a Siena L’adultera come saggio di studio, ma ai primi dell’anno seguente è costretto a rientrare a Manciano per problemi di salute che, purtroppo, diventeranno frequenti.
Nel 1878 presenta a Roma il Buoso da Doara, che ottiene grande successo; nel 1880 esegue il quadro San Paolo della Croce che riceve dalla Vergine e dal Bambino l’ispirazione di fondare quel cenobio per il convento dei Padri Passionisti di Monte Argentario. Allo stesso anno risale I funerali di Pompeo Magno, esposto a Torino nell’81, e nel 1883 partecipa alla Mostra internazionale di Roma con Le ultime ore della libertà senese, che ottiene un notevole apprezzamento critico; nello stesso anno, nel Cimitero della Misericordia di Siena, affresca gli Angeli intercessori nella cappella Pollini e la Carità nella cappella Franci. L’anno successivo esegue il S. Giuseppe con Gesù Bambino per la chiesa di San Nicola a Sorano e porta a termine i due grandi quadri per la Cattedrale di Pitigliano con momenti salienti della vita di Gregorio VII.
Nel 1886 dipinge nella Sala Monumentale del Palazzo Pubblico di Siena le scene dell’ Incontro di Vignale ed il celeberrimo Incontro di Teano; due anni dopo presenta Il trionfo di Giuditta, un’opera di grandi dimensioni (ora Roma, Musei Vaticani); contemporaneamente inizia la tela con Nerone che contempla l’incendio di Roma, da inviare all’Esposizione Internazionale di Parigi dell’89, che rimane incompiuta.