Grandiosa visione di una cascata nelle vicinanze di una casa poco meno alta della roccia a picco da cui scende l’acqua: la severità del monocromo accentua l’essenzialità della descrizione ed evoca la fierezza dei paesi maremmani costruiti sul tufo con ardimentoso piglio.
L’acqua dal dirupo
Adriano Bimbi
Bibbona (Livorno), 14 febbraio 1952
A Cecina, da adolescente, conobbe alcuni pittori della scuola labronica che gli svelarono la sua disposizione artistica. All’Accademia di Belle Arti fiorentina, s’iscrisse alla Scuola di Fernando Farulli, prima maestro e poi amico per la vita. Farulli lo presentò al pubblico nel 1973, nell’esposizione Artisti propongono artisti e lo coinvolse in un progetto sulla realtà operaia di Piombino, conclusa dalla mostra Piombino 1973/76, un’esperienza di lavoro in una città industriale, tenuta presso l’Accademia delle Arti del Disegno. Nel 1975 Bimbi diviene assistente di Farulli in Accademia, affronta l’incisione e la scultura, che presenta nel 1980 alla Galleria Bandini di Cecina, con la presentazione di Renzo Federici. L’incontro con Mario De Micheli segna gli anni Ottanta: il critico lo invita a partecipare a mostre ad Aosta, Milano, Genova ed è lui a presentare la scultura bronzea realizzata da Bimbi nel 1983 per il novantesimo anniversario della fondazione della Camera del Lavoro di Cremona. Adriano ricorda importanti anche le amicizie con i pittori Leonardo Cremonini e Sergio Vacchi, che presso il Castello di Grotti (SI), nel 2009 ha ospitato la sua mostra Più lontano da qui. Studi di paesaggio.
Negli ultimi anni l’artista ha rinsaldato il legame con il territorio toscano attraverso due personali tenute nel 2019: Colli rugosi e case sospese. Le impervie vedute di Adriano Bimbi a cura di Antonio Natali e Forme dell’assenza. Adriano Bimbi: sculture e disegni, organizzata da Paolo De Simonis e Roberto Mancini.