Polo Culturale Pietro Aldi

Cedro

Il grande cedro, solitario protagonista del dipinto, perde la sua identità strutturale per divenire emanazione di energia naturale, espressione del divenire vitale, forza primigenia attiva e inestinguibile.

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Luigi Doni

Palaia (PI), 21 dicembre 1947

Luigi Doni inizia a dipingere nel 1971 dopo aver conosciuto Antonio Bueno. L’amicizia con Bernardino Luino, Alberto Sughi e Gianfranco Ferroni completa la formazione dell’artista. Nelle prime opere, presentate nel 1975 alla Galleria fiorentina “Il Ponte”, il pittore mostra scenari all’aperto dove la natura domina l’uomo inerme, alternati a interni di case semi-abbandonate, stanze vuote in cui spiccano oggetti inusuali. Nel 1982 espone alla Nuova Strozzina nella rassegna Immagini della pittura insolite e decadenti, l’anno successivo è invitato all’ Arte fiera di Bologna ed alla Fierarte di Messina. Per tutti gli anni Ottanta s’infittisce l’elenco degli eventi espositivi a cui il pittore partecipa, con importanti riconoscimenti critici. Doni usa colori tenui, che evocano ambienti domestici raccolti e silenziosi, a richiamare i dipinti dei pittori romantici del Nord, olandesi e scandinavi.
Durante gli anni Novanta Doni si concentra sui volti delle persone, e dalla fine di quel decennio si interessa alla natura, sempre più presente fino a divenire soggetto principale: grazie a una tecnica personale, i paesaggi vengono evocati attraverso i prodotti del sottobosco che, mescolati al colore, sono applicati al supporto ‒ tela o tavola ‒, per evocare boschi e montagne.
Dopo che nel 2005 alla Galleria Melotti di Ferrara viene organizzata un’importante rassegna del suo lavoro accostata alla retrospettiva di Antonio Bueno, nel 2007 Vittorio Sgarbi lo inserisce nell’esposizione milanese Arte italiana 1968-2007, cui seguono numerose altre personali.